Pare che la composizione armonica di luce, energia e suono, #theilluminatinggas sia la più grande mostra mai realizzata da Cerith Wyn Evans.
Avendo a disposizione il generoso spazio dell’#hangarbicocca , l’artista presenta una selezione di 24 opere: sculture storiche, installazioni monumentali e nuove produzioni, che offrono ai visitatori un’esperienza sensoriale veramente unica.
Non a caso #cerithwynevans ha esordito come filmmaker, per poi negli anni 90, dedicarsi alla realizzazione di sculture, interventi site specific e perfomativi che si caratterizzano per l’utilizzo di elementi come la luce e il suono per focalizzare l’attenzione dello spettatore sulla percezione.
Nella loro eleganza e nel loro equilibrio formale, i lavori di Cerith Wyn Evans, hanno in se una complessità di riferimenti alla letteratura, alla musica, alla fotografia e alla poesia, senza dimenticare la storia dell’arte.
Il tutto ridotto all’essenziale della forma luminosa arricchita dal suono.
Camminando nel padiglione rimarrete a bocca aperta davanti alle sculture di luce che riproducono i gesti del teatro giapponese Noh (Neon Forms), vedrete la reinterpretazione di sculture di artisti storici, (per citarne uno, il caro Duchamp) per chiudere il percorso con gli specchi sonori di C=O=N=S=T=E=L=L=A=T=I=O=N, dove non farsi un selfie e’ un delitto, e l’enorme scritta al neon di E=C=L=I=P=S=E.
In foto di apertura gallery @maruko_84 che è anche l’improvvisato fotografo di quella che mi ritrae in evidente citazione di #etlextraterrestre
Lo so... A Natale bisognerebbe essere più buoni ma in tutta onestà io mi sarei un po’ stancata.
Passi la mia tendenza naturale da “crocerossina” di corpo e psiche ma io non sono solo questo.
Come qualunque donna ho i miei momenti no, ho i miei problemi, il ciclo e pre ciclo nonostante ogni mese spero che la menopausa mi tolga questo fastidio e grazie al gene X presente nei miei cromosomi sono spesso inquietantemente lunatica. Ah ho anche dei neuroni e funzionano piutttosto bene purtroppo...
Soprattutto ho imparato negli anni a essere spudoratamente sincera, nel bene e nel male, perché fingere e tenersi le cose dentro mi procura solo mal di stomaco. Ci sono già troppe situazioni in cui e’ necessario calarsi in ruoli che limitano il proprio carattere.
Il problema è che al genere umano (che non è un mistero mi stia “poco simpatico”) la sincerità non piace quando diventa “critica”. Non piace quanto tocca punti dolenti. Non piace quando mette di fronte ai propri limiti e costringe a uscire dal “comodo”.
Tutti siamo, chi + chi - moderatamente, egocentrici, ma ritengo essenziale, superata l’adolescenza, preferire una critica costruttiva a un finto sorriso... Quello lo riservo a chi non conosco o conosco poco e lo definisco: “buon senso di circostanza”. Sicuramente appaga l’ego e gratifica ma non vi permetterà di porvi dei dubbi riguardo ciò che fate/dite e rimarrete sempre nell’oblio del “come tanti altri”.
Io qui dentro sono esattamente la stessa che potete incontrare per strada e potete stare certi che avrete sempre il mio supporto/aiuto se lo necessitate ma siate anche consapevoli che se qualcosa non mi piace, che sia una fotografia; un pensiero, un atteggiamento o un modo di porsi non mi esimerò dal dirvi, sempre con la dovuta educazione e il massimo rispetto, che è meglio se vi date alla collezione di scarafaggi di plastica o che, se il vostro intento è dare sfogo al “testosterone accumulato”, c’è tinder.
Per concludere in totale sincerità, se di fronte al mio essere inevitabilmente me stessa, preferite tornare dalle gattine in lingerie con i selfie a culo di gallina (probabilmente sposate) o ai tanti “ph” da cartoline scattate con lunga esposizione fate pure.