Non sono ancora pronta per l’ultraviolet ma… (Consigli per l’uso)

Partendo dal presupposto che il colore che Pantone ha eletto per il 2018 non mi dispiace non credo di essere ancora pronta…

pantone_2018

Bello l’ultraviolet, un inno all’introspezione e alla meditazione, utilizzato spesso dalla Regina d’Inghilterra e da cantanti quali Prince e David Bowie, l’unione perfetta del rosso che caratterizza l’emotività, l’energia e anche la spudoratezza al blu, sinonimo di calma, interiorità, rilassamento.
I viola, soprattutto nei toni freddi sono tra i miei colori preferiti e rispetto al verde dello scorso anno che non avrei mai saputo come portare nemmeno volendo, sicuramente l’ultraviolet si addice maggiormente al mio incarnato da zombie e a capelli e occhi scuri ma… Fa ancora troppo freddo.

Al di là della mia spiccata tendenza ad utilizzare il nero, soprattutto d’inverno, credo che un colore così vibrante sia più adeguato alla primavera/estate o perlomeno così io me lo sentirei meglio addosso. Lo trovo perfetto per tessuti di cotone e seta, lo vedo bene svolazzare nell’aria primaverile in completi di chiffon o in abiti leggeri. Psicologicamente lo associo al risveglio dal letargo sensoriale dell’inverno, al primo sole.
Non a caso le proposte di abbigliamento in questo colore si ritrovano nelle sfilate per la primavera/estate 2018 e sicuramente, appena varcheremo il nuovo anno usciranno molteplice linee di cosmesi dedicate all’ultraviolet. Non parliamo poi del Fuori salone che casca a puntino in primavera…

Prevedo che con l’avvento del 2018 saremo letteralmente sommersi da questa tinta che se ricordate bene è solo l’ultima delle tinte violacee che fa la sua comparsa e riscuote un successo da star. Altri colori come il Greenery, il Rose Quarz, il Serenity e il Marsala non hanno mai avuto uno screpitante successo. Bisogna tornare al 2014, quando il Radiant Orchid ha invaso il mercato su tutti i fronti: abbigliamento, make up, arredamento e quant’altro e non a caso, si trattava di un colore violaceo, più caldo ma pur sempre della stessa famiglia.

Il motivo di tanto successo? Lasciando per un attimo perdere le fashion blogger e le fashion addicted che cambierebbe tutto l’arredamento e il contenuto dell’armadio ogni anno pur di essere di tendenza, sappiamo bene che il colore influenza i nostri stati d’animo e persino la nostra salute, forse quindi il motivo va ricercato nella cromoterapia.

Il colore viole, rappresenta il valore medio fra terra e cielo, passione e intelligenza, amore e saggezza. E’ associato alla preghiera e agli stati alterati di coscienza. Nella cristalloterapia, delle candele di colore viola costituiscono parte integrante del kit dell’operatore, è infatti conosciuto come il colore dello spirito, della purificazione, agisce sull’inconscio donando forza spirituale e ispirazione. Agevola la meditazione, modera l’irritabilità nelle persone sane. Nei disegni dei bambini viene usato frequentemente, rappresenta l’urgenza di esprimersi. Nella medicina cinese è un colore yin collegato al settimo chakra, sahasrara.

Rallenta l’attività cardiaca, stimola la ghiandola pineale, regola l’equilibrio fra il sodio e il potassio, è efficace per i problemi della pelle (acne, psoriasi, etc.). Regola l’appetito, rilassa i nervi e i muscoli, stimola la circolazione linfatica, il buon funzionamento della milza, dei reni e della vescica. A livello psichico invece, aumenta la spiritualità, e la fantasia.

Lo stesso Leonardo da Vinci, uno dei più grandi ricercatori nella scienza dei colori, sosteneva che il nostro potere meditativo può essere facilmente aumentato se la meditazione avviene sotto una luce violetta, magari attraverso i vetri colorati di una tranquilla chiesa.

I cibi di colore viola, come melanzane, uva nera, more – sono quelli che istintivamente assumiamo quando il nostro cervello e il sistema nervoso hanno bisogno di nutrimento. Sono infatti cibi molto ricchi di magnesio e di altri elementi fondamentali utili per l’attività cerebrale.
Negli ambienti, essendo un colore legato alla spiritualità, ha un effetto riposante ma allo stesso tempo, stimola olfatto, vista e udito. E’ indicato ad esempio per il salotto, è però adatto anche per altri spazi.

Fonte: Greenme

Che crediate o meno a queste cose, se istintivamente scegliamo questo colore e ci fa sentire a nostro agio indossarlo un motivo ci sarà, quindi probabilmente un fondamento di verità in questi studi c’è.
Del resto faccio presente che, il mio professore di Composizione II ai tempi dell’università, ci ha triturato tutto il triturabile per un anno su questi temi, la bioarchitettura infatti si fonda anche sul colore e la cromoterapia ne è parte essenziale.

Da qui a cambiare tutto l’arredamento ce ne passa anche perchè un colore così particolare ci stancherebbe nel giro di un anno e nessuno dice che dobbiamo dare ai poveri tutto il contenuto del nostro armadio ma un paio di capi “ultraviolet” sono una buona scusa per inserire una nota di colore nei nostri outfit e non assomigliare sempre a dei nerini del buio.
Abbinamento consigliato? Con il grigio, il miglior modo per far risaltare un colore infatti, è sempre quello di abbinarlo a un colore neutro e questo non lo dico io ma anni di storia dell’arte!

P.S.: Sta bene anche ai maschietti… Il sig. Pantone è un genio

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