Come “farsi amare” dagli algoritmi di Facebook e Instagram

Per chi non ne fosse ancora a conoscenza, o per chi come la mia peste bionda trova la materia assolutamente inutile, sappiate che viviamo da sempre in mondo dominato dalla matematica…

Da quando esiste il “WWW” infatti, piccoli blocchi di dati matematici sono annidati anche nei nostri pc e sono diventati di giorno in giorno sempre più fondamentali, arrivando persino a condizionare il modo in cui viviamo le nostre vite quotidiane.
Quando cerchi online, scorri i tuoi feed social o ricevi consigli sulle canzoni da Spotify, sei guidato da un algoritmo che comprende le tue abitudini di consumo anche meglio di te!
Ogni giorno, anche se non ne sei consapevole, sei influenzato da un algoritmo che nel bene o nel male guida per una buona percentuale le tue decisioni e le tue scelte.
Pensaci bene… Dietro i tuoi acquisti spesso c’è una recensione positiva di un prodotto, prima della recensione c’è un banner pubblicitario trovato magicamente nella tua community preferita, su un blog o sui social. In poche parole la rete sa ciò che stai cercando, prima ancora che tu lo cerchi e questo significa che in fondo, è la rete stessa a guidare la scelta per un weekend in dolce compagnia, l’acquisto di una nuova centrifuga per gli smoothies, il regalo per i nonni e persino il rullo e la vernice per imbiancare il bagno.

Tieni presente che tu sei completamente all’oscuro di ciò che sta dietro, non saprai mai quando un algoritmo è al lavoro.
Queste magiche e un po’ subdole formule sono assolutamente molto educate e non invasive e sanno benissimo come porsi per fare da tramite tra te e il compito che gli è stato assegnato.
Detto così sembra quasi di parlare di oscuri alieni che si impossessano della nostra personalità e per certi aspetti l’idea del demogorgone che si nutre delle tue emozioni la danno pure nell’immaginario complessivo… Ma per rendere più gradevole quest’immagine un po’ sinistra da invasata di serie tv horror, va detto che gli algoritmi sono nati, in generale, per aiutarci.
Difficile credere ad un demogorgone, ne convengo, ma anche loro hanno un cuore in fondo, basta saperli prendere per il verso giusto…

Partiamo dall’inizio: gli algoritmi sono nati sui siti web, hanno fatto amicizia con i cookies e poi sono inevitabilmente approdati anche nel mondo che ormai ci è più familiare, quello dei socialnetwork.
I simpatici algoritmi che vivono all’interno di facebook, instagram, ma anche youtube e linkedin sono spesso fraintesi e occasionalmente imprecisi ma sempre attivi e soprattutto sempre in apprendimento. (Per nostra sfortuna…)
Sono dei piccoli oompa lompa laboriosi  e si nutrono di come tu e la maggior parte della società “consumate” le notizie e le informazioni.

Dopo la costante fase di analisi, in base alla progettazione o alla scelta personale, gli algoritmi dei social media creano magicamente dei filtri che isolano e portano in primo piano i contenuti che noi vogliamo visionare e fanno pulizia di tutti quei contenuti che di fatto non ci interessano.

Non c’è potere più grande di essere in grado di controllare il tipo di informazioni che un gruppo di persone visiona, utilizza, condivide, una specie di Grande fratello al lavoro h24 e 7 su 7.
E siccome le piattaforme di social media sono diventate il fulcro dell’interazione fra le persone e della condivisione di contenuti non esisteva luogo migliore per veicolare ciò che si vuole: vendere, mostrare, promuovere.

Perché quindi non imparare anche noi, nel nostro piccolo, a sfruttare i benefici degli algoritmi?

Iniziamo col dire che i social network non ci daranno mai l’“ingrediente segreto” della loro ricetta e questo ci complica un po’ la vita. La maggior parte di loro è notoriamente silenziosa sul funzionamento interno di queste equazioni matematiche spesso complesse, ma di tanto in tanto si lasciano scappare qualche consiglio e qualche informazione utile tramite i loro canali ufficiali.

Parliamoci chiaro, se avete un blog, una pagina, un canale o un profilo instagram e volete diventare una fonte affidabile di informazioni a lungo termine, oltre a garantire che il tempo e gli sforzi che dedicate alla pubblicazione su queste piattaforme abbiano il massimo ritorno, la mancata comprensione di come funzionano gli algoritmi dei social media è come guidare al buio senza luci accese.
Potete impiegare tutto il vostro tempo libero e spaccarvi la testa a destra e a manca per cercare di promuovere contenuti ma il successo lo otterrete solo dopo aver fatto amicizia con queste gli algoritmi.


Algoritmo di Facebook

Forse l’algoritmo più famoso e/o famigerato del mondo, nel corso degli anni, Facebook ha continuato a modificarlo riducendo ai minimi termini la portata organica con il vantaggio di aumentare notevolmente i suoi introiti pubblicitari. [Ma tu guarda…]

L’ultima versione è stata sviluppata dopo diversi terremoti causati da una tempesta mediatica negativa e dopo alcune ricerche che hanno rivelato come le persone si sentano meno felici di un tempo dopo aver visitato Facebook.
Motivi che hanno spinto l’azienda a compiere rapidi passi per sradicare la condivisione di contenuti che rendono le persone infelici, cattive o tristi.
Il nuovo approccio di Facebook è quello di guidare, ciò che Mark Zuckerberg ha chiamato in un recente annuncio, “interazioni sociali significative”:

“Stiamo apportando un cambiamento importante al modo in cui costruiamo Facebook. Sto cambiando l’obiettivo che fornisco ai nostri team di prodotto, concentrandoti nell’aiutarti a trovare contenuti pertinenti per aiutarti ad avere interazioni sociali più significative. ”

In sintesi, ciò significa che l’algoritmo ora assegna priorità ai contenuti che promuovono le discussioni tra amici e famiglia anziché i clickbait e i collegamenti a siti di terze parti.

Un elenco di interazioni che vanno particolarmente a genio per l’agoritmo di Facebook include:

• Una persona che commenta o apprezza l’aggiornamento di foto o stato di un’altra persona.
• Una persona che reagisce a un post di un editore (o marchio) condivisa da un amico.
• Più persone che rispondono ai commenti degli altri su un video che hanno guardato o su un articolo che hanno letto nel feed delle notizie.
• Una persona che condivide un collegamento su Messenger per avviare una conversazione con un gruppo di amici.

La mossa ha suscitato preoccupazione da parte di aziende e organizzazioni che dipendono da Facebook come piattaforma di comunicazione e, con la portata organica ai minimi storici e la priorità nella comunicazione tra amici e famiglia, molte aziende e organizzazioni si chiedono se valga ancora la pena utilizzare facebook
Data la sua vastità e il dominio online, postare su Facebook vale ancora la pena per alcuni aspetti, ma questo cambiamento dell’algoritmo richiede un nuovo approccio.

algoritmofacebook

Ecco quindi i “trucchi” per andare d’accordo con l’algoritmo di Facebook:

  • Creare contenuti con lo scopo di guidare la discussione tra gli utenti di Facebook
    Questa è la nuova norma su Facebook e chiunque cerchi di lavorare con l’algoritmo dovrà tenerne conto nello sviluppo di contenuti per la piattaforma.
  • Adottare un approccio 80/20 ai contenuti nativi e di proprietà
    Facebook ti chiede di creare contenuti per la piattaforma, non solo per pubblicare link ai tuoi siti. Ma se hai un profilo credibile e lo fai con parsimonia, l’algoritmo può aiutarti.
  • In particolare, Facebook ha iniziato a premiare i video in diretta perché si tratta di un altro vero contenuto. Tutto ciò che guida un coinvolgimento significativo vale la pena farlo
    Mira ad essere stimabile agli occhi dell’algoritmo (sii esigente con ciò che condividi)
    Non usare Facebook come mezzo per condividere ogni contenuto che hai. Se non generi engagement, il tuo punteggio di credibilità diminuirà. Condividi contenuti che ritieni opportuno per la piattaforma e il pubblico che stai cercando di coinvolgere.
  • Assolutamente no clickbait(—> Vere e proprie esche senz’amo per attirare utenza es. clicca qui, è gratis, in regalo, condividi, ecc) o contenuti eccessivamente promozionali.
    Tutti gli articoli clickbait, gli stati che chiedono agli utenti di gradire, commentare e condividere o gli aggiornamenti promozionali saranno contrassegnati dall’algoritmo di Facebook. Pertanto non farlo!

Algoritmo di Instagram

Instagram invece ha annunciato l’algoritmo a metà 2016 per la “gioia” dei suoi utilizzatori che speravano di essersi liberati del temibile meccanismo, abbandonando (almeno in parte) facebook.
A titolo informativo e per farci risultare più simpatico quello che ora viene visto come il “diavolo” annidato nel social della fotografia sappiate che, prima dell’algoritmo di Instagram, un post aveva una “vita” di circa 72 minuti. Ora, se si è bravi, i 72 minuti possono diventare giorni!
Indipendentemente dal fatto che le persone che segui infatti, pubblichino un’immagine il giorno prima, il loro ultimo post sarà comunque in bella vista nella parte superiore della timeline al tuo prossimo accesso.
Come è possibile? Tramite l’engagement che è fattore chiave per l’algoritmo di Instagram.
Più like, più commenti, più cuoricini, più post salvati, più risposte DM e DM inviati, maggiore sarà la risposta dell’algoritmo.

algoritmoinstagram

Ed ecco quindi come “nutrire” l’algoritmo di Instagram
• Pubblica regolarmente.
Se pubblichi in modo irregolare, l’algoritmo ti tratterà come un giocatore di bit e non assegnerà la priorità ai tuoi post tra i tuoi follower. E perché dovrebbe? Coloro che pubblicano regolarmente e contribuiscono di più saranno premiati per questo.
• Studia la tipologia di contenuti che pubblichi.
Coinvolgere i contenuti e gli utenti che sono rilevanti per il tuo profilo Instagram ti aiuterà a guidare le persone sul tuo account. Più ti impegni con questi account più l’algoritmo mostrerà i tuoi contenuti nelle loro scadenze.
• Non preoccuparti dei tempi dei post, i tempi non sono così importanti su Instagram in quanto l’algoritmo può mostrare contenuti di pochi giorni.
• Utilizzare hashtag con l’intenzione di essere trovati tramite la pagina Esplora.
Se riesci ad arrivare in cima alla pagina Esplora tramite l’uso dell’hashtag, puoi generare centinaia, se non migliaia, di Mi piace e follower.

Ora non vi resta che stamparvi gli schemi di Ste Davies, avere pazienza e trattare l’algoritmo come se fosse un piccolo neonato che più saremo bravi ad accudire, più ci ricompenserà con sorrisi e piccoli passi avanti.

Lui in fondo ci sta tendendo la mano, dobbiamo solo prenderla e aiutarlo a camminare nella nostra direzione!

Fonte dei dati: https://www.stedavies.com/

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