Per combattere il “sessismo” bisogna essere un po’ meno “donne a sproposito”

Se questo post l’avesse scritto un uomo sarebbe stato linciato nel giro di 28 secondi ma io sono donna, forse un po’ “maschiaccio” ma donna al 100% e quello che sto per condividere e’ un pensiero che nasce dall’esperienza e credo che qualunque donna si fermi un attimo a pensare razionalmente, non potrà che ammettere, che è passato per la testa pure a lei.

In parecchi anni di lavoro i problemi più grossi che ho avuto li ho avuti con delle donne.

All’inizio non capivo il perché ma analizzando bene la questione, mi sono resa conto che fra colleghe di lavoro mancano due componenti fondamentali che fanno degli uomini un team perfetto: l’alleanza e la complicità.

Sul fronte personale si può essere ottime amiche finché si è sole e si hanno avuto esperienze negative con gli uomini, una sorta di solidarietà femminile condivisa che dura fino a che non si trova l’ennesimo uomo dei propri sogni che ci farà dimenticare persino del nostro gatto. Tutta la complicità di cui sono capaci le donne finisce qui.

(Perché nel momento in cui quella che fino a ieri era la tua miglior amica, sorriderà al tuo uomo, tu penserai sia la peggior arpia del pianeta…)

Il sessismo non l’abbiamo inventato noi e purtroppo abbiamo anni di storia contro, avevamo le nostre buone ragioni per incazzarci promuovere il femminismo ma questo valeva parecchi anni fa e oggi se questa discriminazione esiste ancora, e’ perché probabilmente non abbiamo imparato molto da chi ha combattuto sul serio per farci ottenere diritti che forse ora diamo per scontati.

Parliamoci chiaro, gli uomini ci hanno messo tanto del loro ma siamo nel 2018 e oggi abbiamo in mano parecchie carte da giocare e talvolta abbiamo anche il coltello dalla parte del manico contro determinati atteggiamenti (specialmente nel mondo del lavoro) ma se riuscissimo ad avere la stessa complicità degli uomini saremmo a cavallo.

Vi spiego meglio cosa intendo.

Avete mai visto il vostro collega inacidirsi con un altro uomo solo perché lui è più carino? Il capo ha mai negato un permesso o tenuto un atteggiamento negativo con un suo impiegato (maschio) semplicemente perché quest’ultimo ha due addominali perfetti? O perché la segretaria quando è entrato a chiedere l’aumento gli ha fatto gli occhi dolci?

Nell’ultimo caso probabilmente il capo si è persino complimentato con lui dicendo: “sicuro che quella con te ci sta!” E magari hanno fantasticato insieme per mezz’ora su giochini a tre e pratiche sessuali varie.

Probabilmente avrete notato che il vostro superiore si intrattiene più volentieri alla macchinetta del caffè con una bella donna ma non disdegna affatto una pausa coi suoi colleghi a parlare di palestra, weekend al mare e naturalmente donne…

Anzi spesso e volentieri e’ meno in imbarazzo e decisamente più se stesso.

Complicità.

Se poi uno sventurato collega e’ in difficoltà si crea un gruppo di solidarietà degno di una onlus: pacche sulle spalle, permessi, parole di conforto e persino partite di calcetto e serate al bar.

Spesso sono proprio i colleghi ad andare dal responsabile ignaro di quanto sta accadendo a quello che è diventato l’amico sfortunato, per chiedere supporto e aiuto o per difendere un loro pari se si trova in una posizione scomoda. Garantirebbero su di lui ad occhi chiusi specialmente se c’è di mezzo, guarda caso, una donna.

Alleanza.

Noi donne purtroppo non siamo capaci di farlo o perlomeno non tutte ne’ purtroppo la maggior parte.

Partiamo dalle basi, il luogo di lavoro e’ per l’appunto un posto dove si lavora, dove va messo in moto il cervello e va dimostrato di essere macchine pensanti, intelligenti, propositive e carismatiche.

Non servono ne’ le tette ne’ le chiappe, gli uomini non le hanno e nella maggior parte dei casi, a pari livello, guadagnano almeno 1/3 più di noi.

Non affronterò il tema della maternità perché non è questo ciò su cui vorrei si riflettesse.

Mi chiedo però perché, se una donna ricopre una determinata posizione ed e’ sicura di se, debba ritenere necessario marchiare il suo territorio con atteggiamenti inadeguati e spesso e volentieri con un vero e proprio muro di ostilità verso chiunque altra.

Ostilità che ovviamente non viene urlata in faccia come farebbe un uomo col collega, per poi archiviare il tutto dopo 20 minuti e andarsene al pub insieme.

Un’ostilita’ fatta di cattiverie dette sottovoce, di commenti fatti girare con sapiente abilità tra la popolazione maschile dell’ufficio. Di mancate risposte, mancato saluto, mancata attenzione e superiorità espressa attraverso l’umiliazione della malcapitata di turno, la maggior parte delle volte per terze parti, ogni volta che se ne presenta l’occasione.

Perché?

Perché è più carina? Più giovane? Perché piace? Perché è intelligente o empatica?

Perché sa fare il suo lavoro?

O semplicemente perché è diversa dalle altre? Perché non gliene frega nulla del gossip nella pausa sigaretta, non ha interesse verso il collega col bicipite che esplode nella camicia ed e’ donna anche senza scollature, tacchi o minigonne inguinali?

Gelosia.

Sta semplicemente lavorando, non deve far colpo su nessuno e proprio perché sa di essere donna evita accuratamente che qualcuno sia più interessato alle sue chiappe che al suo cervello.

Sarà donna comunque anche senza trucco, sarà donna per chi vuole esserlo, fuori da un ambiente dove già è difficile essere donne senza bisogno di dimostrare che non siamo capaci di farci ascoltar se non portiamo un push up che ce le spinga fin sotto la gola.

Perché altrimenti il sessismo ce lo stiamo andando a cercare.

E’ inutile trincerarsi dietro il concetto che sono gli uomini a dover vedere oltre se noi gli sbattiamo in faccia altro, e’ inutile sperare di essere considerate loro pari se non creiamo alleanze e se facciamo le gatte morte con chiunque abbia qualcosa nei pantaloni, per comportarci poi da vere stronze con chi nei pantaloni ha ciò che abbiamo noi.

In questo modo alimenteremo solo l’odio di chi dovrebbe aiutarci in una battaglia che combattiamo da anni e mostriamo invece al lato maschile del mondo che possono continuare beatamente a trattarci come bambole da letto.

Contesto subito la femminista di turno che potrà dire che allora dobbiamo andare in giro anche noi con un burk. No, si può essere donne anche senza per forza andare in ufficio in pareo. Si è solo più intelligenti riconoscendo che abbiamo doti che è meglio non esporre in determinati luoghi.

Qual è il problema? Perché sentiamo costantemente il bisogno dell’approvazione maschile? Perché nonostante si sia sposate o fidanzate e’ necessario avere attenzioni che vanno al di là del “brava, ottimo power point di presentazione”?

Perché temiamo che un’altra ci porti via la sedia se siamo capaci di fare il nostro lavoro?

Perché cavolo se la collega sta parlando col capo, un nuovo impiegato, il collega e quest’ultimo ascolta interessato o le fa dei complimenti, dobbiamo improvvisamente soffrire di scalmane e in pieno gennaio sentiamo il bisogno di toglierci il maglione e rimanere con una canotta che non lascia nulla all’immaginazione?

Perché rispondiamo in 12 secondi alla mail di quello che ci chiede se a pranzo siamo libere o se possiamo dedicargli 5 minuti e lasciamo aspettare per un mese la ragazza che ha bisogno una risposta urgente per un problema ben più rilevante?

Faccio presente che sto parlando come se anche io facessi parte di questa schiera di “femmine” anche se in 25 anni di lavoro non ho mai messo una minigonna e rispondo in 7 secondi anche alla mail della receptionist che chiede se per caso qualcuno ha un elastico per capelli.

Questo perché sono donna e perché finche ci saranno donne che si comporteranno “troppo” da donne e poco da esseri umani con anche un cervello, subiro’ anche io le conseguenze di questo loro atteggiamento, almeno finché non mi si conoscerà abbastanza da capire che non metto il reggiseno d’inverno semplicemente perché non ho praticamente nulla da sorreggere…

Ma questo lo sapete solo voi, ora che siete arrivati alla fine di questo post.

Si è donne comunque, si è donne sempre, non è necessario essere “donne a sproposito” e soprattutto siamo tutte donne, l’unione fa la forza non è solo un detto maschile.

2 pensieri su “Per combattere il “sessismo” bisogna essere un po’ meno “donne a sproposito”

  1. Wow! Quanti spunti di riflessione in questo tuo post! Da vecchia femminista mi sento tirata in causa. E’ vero: nel 78 non avremmo mai pensato che a quarant’anni di distanza le donne (e tutta lo società) sarebbero state ancora a questo punto, con diversi passi avanti, lo ammetto, ma anche molti all’indietro. Comunque questi discorsi non confliggono con il femminismo: anzi, è proprio da femminista non accettare di essere rinchiuse in certi ruoli, per poi doversi comportare di conseguenza.

    1. Alla fine basta un po’ di buon senso, nessuno dice che non puoi essere femminile né che non devi parlare con gli uomini, se però ti sottometti a una condizione di perenne apparenza verso il sesso maschile e oltretutto neghi la complicità a chi è come te,
      ottieni non solo l’effetto opposto ma amplifichi anche un’idea totalmente sbagliata che può solo confinarci nel sessismo…

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