Abito in mezzo alla storia.
Una storia scritta sui muri, nata dal progetto Ortica Memoria – Or.me. iniziato nel 2015 a Milano nel quartiere omonimo.

Ortica è una “borgata”, una zona di Milano che mantiene un sapore antico, conviviale, di paese…
Conosci il panettiere, il tabaccaio ti regala gli accendini, le signore si siedono fuori dalle loro case e ti salutano con uno splendido sorriso ogni volta che passi.
Ortica è arte, un vero e proprio museo a cielo aperto che racconta il 900 con una direzione artistica unica e una vocazione precisa, per far scoprire ai milanesi e ai visitatori, che Milano non è solo il suo Duomo o la movida dei Navigli.
Da sempre regno della street art…
Ortica ha acquisito una connotazione anche sociale, nel momento in cui è nato il progetto Ortica Memoria in collaborazione con OrticaNoodles, pseudonimo del collettivo artistico di Wally e Alida che ad oggi conta più di 20 persone.
Partiamo proprio da loro, le cui opere sono in tutta Milano.
Fiere e maestose come il maxi-murale con la musica del mondo di via Ettore Troilo.
Una parete scrostata di 400 metri quadrati che l’assessorato alla Cultura di Filippo del Corno e lo sponsor privato Porsche insieme ai due artisti hanno trasformano in un’opera unica dedicata alla musica di tutto il mondo.
Ma chi sono Wally e Alita?
Wally è nato a Carrara, dove ha frequentato la Scuola d’Arte e nel 1996 si è trasferito a Milano per frequentare il corso di Advertising Art Direction presso lo IED – Istituto Europeo di Design.
A Milano ha incontrato Alita e insieme hanno cominciato a realizzare disegni e manifesti realizzati a mano affinando contemporaneamente la tecnica dello stencil con la quale tuttora sono famosi nel mondo della street art.
Gli Orticanoodles hanno preso forma in un laboratorio situato proprio nel quartiere Ortica di Milano e la loro attività col tempo si è trasformata in una vera e propria campagna di guerriglia urbana.
Dal 2004 il duo ha fatto così la sua comparsa nelle strade delle principali città europee, prima con operazioni di stickering e incollando manifesti, poi con creazioni basate su un codice pop incentrato sull’uso della tecnica dello stencil.
Le opere più recenti sono basate sul nuovo concept dello stencil on stencil, dove i ritratti di leader famosi, personaggi iconici o artisti si sovrappongono alle parole per creare un rapporto continuo tra il soggetto e il messaggio.
Queste opere sono diventate il loro biglietto da visita per Or.me (Ortica Memoria) che li ha coinvolti nel progetto di 20 murales che potete ammirare passeggiando fra le strade del quartiere.
Un vero e proprio museo a cielo aperto perché non si sviluppa in un edificio ma si diffonde per il quartiere, sui suoi muri, sulle sue case.
Un approccio all’arte totalmente differente: il rispetto reverenziale che l’osservatore sente dovuto nei confronti di un’opera è superato dal senso di appropriazione dato dalla partecipazione.
I temi?
Il 900, la storia di questo quartiere che va di pari passo con la storia di Milano e dei suoi dintorni, così come le altre periferie milanesi.
I personaggi storici, le figure significative che hanno raggiunti importanti traguardi.
Il sociale dal più antico a quello più contemporaneo.

Il ‘900 è stato il secolo delle donne, il secolo in cui hanno raggiunto traguardi fino a poco tempo prima inarrivabili. Nel Novecento le donne hanno maturato una diversa concezione di sé: oggi non si pensano più complementari o seconde rispetto agli uomini. E hanno conquistato la libertà di scegliere la loro vita nel lavoro, nel matrimonio e, per la prima volta nella storia, nella maternità…


Hanno sudato per dimostrare che potevano essere tutto quello che potevano sognare di essere.
E questo grazie anche a degli illustri esempi presenti anche nella città di Milano che hanno ispirato le altre donne.
A loro che ci hanno insegnato tanto, che abbiamo ammirato, che ci hanno curato, accudito e insegnato che se lo desideri veramente tutto è possibile abbiamo voluto dedicare questo murale.
Camilla Cederna (1911 – 1997)
Il tema dell’immigrazione è conosciuto bene in Ortica dove, negli anni ’50 del novecento, arrivarono ferrovieri dal ogni parte d’Italia per risiedervi. Si racconta che proprio in quegli anni, quando ancora le vie del quartiere non avevano un nome, il proprio indirizzo era quello del soprannome che veniva dato alla tua casa, e la casa dove abitavano i meridionali veniva chiamata la “kasbah”, in maniera dispregiativa, come per indicare che quelli non erano italiani, quelli venivano non dal Sud, ma dall’Africa.
Ma il murale non racconta solo quella storia, ma anche quella di chi arriva adesso in Ortica, appunto da quell’Africa che già negli anni che furono faceva tanta paura, arrivano in Ortica e vanno a risiedere al di là del ponte pedonale, in quel luogo che per tanto tempo è stato un luogo oscuro della coscienza dei milanesi, il caseggiato di via Corelli. Racconta le traversate in mare pigiati l’uno contro l’altro, senza spazio, in bilico tra speranza e terrore. Ci narra come le migrazioni sono un fenomeno umano, naturale e che sono le frontiere ad essere innaturali. Ci spiega che magari esternamente il colore cambia ma che il colore del nostro sangue è uguale in Italia come in Nigeria o in Cina.

Il toponomastico del quartiere “Ortica” deriva non dalla pungente pianta che tutti conosciamo bensì da “orto”, “ortaglia”, luogo adatto alle coltivazioni in quanto irrigabile dal fiume Lambro.
È a questo suo nome che abbiamo voluto dedicare questo murale. Ricordando con fiori e colori il passato agricolo del piccolo borgo.

In omaggio anche alla struttura che ospita questa opera muraria: il piccolo stadio Scarioni, che dal 1926 ha sede proprio nel quartiere Ortica.
(Giacomo Ulivi, Lettera agli amici)
Ultima realizzata, un’opera grandiosa che lascia senza fiato…
La navata centrale del Duomo di Milano su un muro di Via Pitteri in scala 1:2.

Wally dell’Ortica
Quelli che avete visto se siete giunti fino a qui, non sono tutti i murales presenti in Ortica ma se ve li mostrassi tutti non ci sarebbe più gusto.
Il bello è scoprirli da sè!
Posso però farvi conoscere il “pensiero” degli abitanti di Ortica e lo farò attraverso il trailer del Film Documentario: 54 DUOMO, girato da Loro3 che mostra anche la realizzazione del murales del Duomo di Milano.
Il film scritto da Elena Corvino, regia e post-produzione Nicolò Piccione e fotografia di Michele Stanca lo trovate QUI!
Su Museide App, di cui sono Storyteller, troverete imvece altri video e altre foto ma anche in questo caso, sarà la vostra curiosità a portarvi sull’app per scoprire non solo i miei post ma anche quelli di molte persone che amano viaggiare, scoprire, svelarvi i misteri di luoghi meno conosciuti e dare il giusto valore a beni culturali e arte in generale.
Detto questo vi saluto e spero di vedervi vagare per le strade di Ortica alla scoperta di questo magnifico museo a “cielo aperto”!
A domani!

Bello! 🙂
Adesso capisco da dove veniva la “banda dell’ortica” cantata di Jannacci.
Esattamente 🙂