Il Book Pride

Torno dopo un po’ di tempo su questi schermi, per parlarvi di un evento che si è tenuto a Milano lo scorso weekend.
Finalmente Milano ha capito che aveva veramente poco senso “copiare” il Salone del libro come aveva già tentato di fare anni fa e ha scelto una strada diversa, interessante e originale che spero diventi un appuntamento fisso annuale.

Il Book Pride è la prima fiera per l’editoria indipendente e l’evento ha ospitato ben 200 case editrici specializzate in diversi generi narrativi, molte delle quali veramente interessanti.


Chi mi segue su Tik Tok già conosce la mia passione per l’editoria indipendente soprattutto se porta alla luce realtà autoriali di valore soprattutto italiane.
Soprattutto se tratta il genere fantasy, weird, distopico, fantascientifico ma non solo…

Dopo un anno che seguo e faccio parte del BookTok mi sono resa conto che le grandi CE non solo non hanno bisogno di pubblicità ulteriore essendo già seguite da migliaia di persone ma spesso e volentieri rimangono legate a un’influencer marketing obsoleto che tiene conto solo dei follower e non della qualità e quantità dei contenuti.
Le edizioni continuano ad aumentare di prezzo e la qualità si è abbassata notevolmente (basta come esempio Mistborn in versione “drago” da 32 euro la cui carta è talmente sottile che una pagina su tre mi si è strappata sul bordo…). Capita di frequente che le ristampe aumentino di prezzo senza una vera ragione e i titoli proposti spesso sono sempre la solita minestra riscaldata.
Hanno anche il brutto vizio di snobbare le edizioni flessibili, contrariamente a quando avviene in tutta Europa e oltre dove la flessibile è la prima scelta perché consente a tutti di potersi permettere un determinato libro senza svenarsi e in proporzione quindi aumenta il numero di vendite.

Per questo da tempo ormai preferisco “scovare” case editrici indipendenti che propongono una qualità nettamente superiore, a un prezzo inferiore, con autori emergenti le cui storie sono veramente appassionanti e inedite.
Potrei fare diversi esempi ma questo post diventerebbe un’enciclica quindi vi rimando al profilo TIK TOK dove mi trovate come @volevofare per seguire i miei contenuti.

Tornando al Book Pride, l’evento è stato veramente bene organizzato, le proposte molte e non si è fatto a pugni per visionare gli stand. Gli editori sono stati tutti molti disponibili per raccontare le loro realtà e gli scrittori gentilissimi nel proporre le loro opere.
Persino un personaggio noto come Alessandro Cattelan si è messo a disposizione del pubblico per presentare la sua nuova CE: Accento edizioni.

Una fiera che ha brillato soprattutto per l’aspetto umano e empatico, ricorrente nella realtà dell’editoria indipendente che diversamente dalle grandi CE garantisce sempre maggiore attenzione e cura verso i lettori.

Vi lascio il VLog della giornata di sabato in compagnia di un amico, la bionda e Matteo, non credo ci sia modo migliore per raccontarvi e mostrarvi ciò che ho cercato di spiegare.

Naturalmente siamo tornati con le nostre belle 4 borse di libri e invito anche voi a scoprire, fra le tante, alcune CE indipendenti a cui sono particolarmente affezionata e che garantisco, non vi deluderanno:

LUMIEN
ABE EDITORE
FUCINE EDITORIALI
LA CORTE
ACCENTO

Ed ecco il Book Haul!

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3 pensieri su “Il Book Pride

  1. Ciao Barbara, il bookpride è un appuntamento annuale. Lo scorso anno sì è tenuto sempre allo studio Maxi, gli anni precedenti alla fabbrica del Vapore e al Base.
    Forse tu ti riferisci a Tempo di Libri del 2018. Sì, quello era stato un tentativo di portare via il Salone a Torino, con scarsi risultati.
    Purtroppo, quest’anno sono mancate alcune delle mie case preferite. Negli ultimi anni alcuni editori stanno lamentando i costi e una certa disorganizzazione.
    Poco male, io per la prima volta sono mancato causa influenza 🙂

      1. può essere. Comunque è una manifestazione che si tiene in più città e in marzo cade proprio a Milano. C’è da dire che il trasferimento al MAXI a me non è piaciuto molto. Nei luoghi precedenti si respirava un’aria più genuina, indie, oltre a godere di un pizzico di archeologia industriale.

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