Spesso mi sono sentita dire che il “vero mare” è solo al sud o al massimo intorno alle isole del sud, che quello al nord non si può definire “mare”…
Ovviamente tutto questo mi è stato ripetuto come un mantra spesso e volentieri da persone del sud.
[… Si pecca a volte di eccessiva tracotanza ma è giusto difendere il proprio fiore all’occhiello …]
Con questo post però cercherò di insinuare il germe del dubbio in queste millenarie convinzioni perchè, seppur il mare del sud e delle isole sia indubbiamente straordinario (ci sono stata giuro, non parlo mai per sentito dire) forse, chi denigra “il mare del nord”, non è mai stato in Liguria e soprattutto non ha mai visto le Cinque terre.
C’è anche da dire che non tutti possono permettersi viaggi lunghi e oltretutto i costi di hotel/villaggio più il viaggio spesso diventano proibitivi.
[Ricordo che anni fa animata di buone intenzioni volevo andare in Salento, la gentilissima signora dell’agenzia viaggi ha fatto di tutto per trovarci una combinazione che ci permettesse di evitare la vendita di un rene ma, dopo circa un’ora, ci siamo rassegnati all’idea che per fare una settimana in Puglia, mezza pensione, con un simpaticissimo pulmino da prendere tutte le mattine per raggiungere la spiaggia, la spesa era superiore a ogni ottimistica previsione e la conclusione è stata: Grecia, due settimane, all inclusive…]
Chiusa questa parentesi torniamo al nostro “patrimonio dell’Unesco”, doveroso qualche cenno culturale:
Le Cinque Terre (Çinque Tære in ligure) sono un frastagliato tratto di costa della Riviera ligure di levante (Riviera spezzina) situato nel territorio della provincia della Spezia tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nel quale si trovano cinque borghi o, come si diceva anticamente, terre, qui elencati da ovest verso est: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore.
Dal 1997 fanno parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco,[1] con la seguente motivazione:
« La riviera ligure orientale delle Cinque Terre è un paesaggio culturale di valore eccezionale che rappresenta l’armoniosa interazione stabilitasi tra l’uomo e la natura per realizzare un paesaggio di qualità eccezionale, che manifesta un modo di vita tradizionale millenario e che continua a giocare un ruolo socioeconomico di primo piano nella vita della società.[2] » |
Grazie alle caratteristiche geografiche ed antropiche del territorio dove sorgono, le Cinque Terre sono considerate una delle più suggestive attrattive costiere italiane,[3] per il loro contesto orografico collinare naturalmente aspro e accidentato, addolcito dalla costruzione di terrazzamenti o fasce per la coltura, che cala verso il mare con forti pendenze; nei punti in cui il mare si insinua serpentinamente nella terra sorgono i borghi, snodati a seguire la naturale forma delle colline.
L’opera dell’uomo, nei secoli, ha modellato il territorio costruendo i famosi terrazzamenti sui declivi a mare, dovuta alla particolare tecnica agricola tesa a sfruttare per quanto possibile i terreni posti in forte pendenza che digrada verso il mare, ne ha fatto così uno dei più caratteristici e affascinanti paesaggi della Liguria.
[By Wikipedia]
Armata delle mie fide Salomon da trial (il miglior acquisto dell’estate all’outlet di Serravalle) di buon ora stamattina sono partita alla volta di Monterosso al mare, il primo borgo delle Cinque terre.
Dopo un paio d’ore di macchina, trovare parcheggio è stata un’impresa non da poco ma in Liguria la questione “parcheggio” è un dramma annunciato, ecco spiegato il motivo delle scarpe da trial con circa 30 gradi. Provate voi a fare almeno 1 km in discesa (e poi salita) con pendenza spesso superiore al 30% con delle infradito ai piedi…
Il borgo di Monterosso riassume tutte le caratteristiche dei borghi liguri: i caratteristici carruggi, i colori sgargianti delle abitazioni, le scale in pietra, le piccole chiesette a righe e i negozi di ceramica, focaccia e vini tipici della zona fra cui il noto “Sciacchettrà”, che merita di essere assaggiato.
Il vero “re” indiscusso di Monterosso però rimane il mare, come tutti e cinque i borghi, l’affaccio sulla distesa blu stupisce e rimane impresso nella memoria a lungo, del resto non a caso, il golfo del territorio di La Spezia è chiamato “il golfo dei poeti” e, beh… Non si fa fatica a crederci.
Acqua cristallina, mille colori, orizzonti che hanno ispirato da E. Montale, che qui risiedeva, ad altri numerosi scrittori e artisti di ogni genere.
Se siete amanti del mare non potete perdervi questi panorami.
Unico neo il caldo, credo di aver scelto, seppur in modo del tutto casuale, la giornata più calda di agosto, la peste bionda dopo poche ore si trascinava sulla passeggiata come un nomade del deserto a cui hanno rubato il cavallo e l’acqua. Ritembrate con un ottimo gelato verso le 15:30 abbiamo ripreso la strada verso casa, ripromettendoci di tornare in una giornata coperta e decisamente più fresca, per cimentarci in uno dei molti sentieri panoramici che partono proprio da Monterosso.
Prossima meta: Vernazza o San fruttuoso, dalla liguria per ora è tutto!
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