Piante, animali, bambini, uomini, donne, compagni, mariti, mogli, amici, colleghi, parenti.
Il saperlo fare, senza sforzo, con totale naturalezza e senza quegli scivoloni mielosi o palesemente “paraculistici” che nascondono proprio l’incapacità di base del prendersi cura, penso sia qualcosa che abbiamo nel DNA, se sia ereditario o meno non lo so, probabilmente come nel caso dei gemelli spesso salta una o più generazioni.
Negli anni ho avuto modo di osservare o provare in prima persona, una serie di curiose coincidenze che col tempo si sono rivelate “chiari sintomi” dell’incapacità delle persone di prendersi cura di altri e/o altro.
Curiosamente chi dice di non aver il pollice verde e non riuscirebbe a far sopravvivere nemmeno una pianta grassa che in natura vive su una roccia in mezzo al nulla cosmico, non è in grado di accudire a lungo termine (la curiosità iniziale c’è sempre) un cucciolo, che sia di animale o di uomo e non riesce ad avere rapporti duraturi con le persone senza essere prima o dopo accusato/a (con pieno giudizio e ragione) di “dimenticarsi” di chi ha accanto o vedere gli altri allontanarsi magari senza riuscire a darsi una spiegazione.
Se non ci fosse una relazione tra il famoso “pollice verde” e la capacità di prendersi cura di animali e persone spiegatemi perche’ esistono animali che scappano appena si dimentica la finestra aperta di mezzo centimetro per 37 secondi e altri che sebbene si lasci la porta aperta per ore, al massimo fanno un giro ma appena li chiami o ti vedono sull’uscio tornano dilingentemente a casa. Sto parlando di gatti non di cani, con i cani è troppo facile, e’ noto invece che il felino non è notoriamente un animale pienamente addomesticabile e “casalingo”. Eppure ad ogni annuncio di “gatto scappato di casa” corrisponde un gatto che rimane sonnecchiando sul portone o sul davanzale senza nessun apparente interesse per il mondo esterno e che nemmeno la gattina più deliziosa del mondo o un pasto cucinato da Cracco in persona può far allontanare, non dalla casa attenzione, ma da chi si prende cura di lui.
Non si spiega altrimenti per quale motivo l’unico momento in cui, dopo anni, il gatto sparisce e’ perché è in punto di morte, si allontana da cosa? Sparisce perché, a modo suo, non vuole far soffrire chi? La casa?
Le piante diversamente dai mammiferi non possono scappare e non hanno nemmeno la possibilità di farvi capire in modo palese ed evidente di cosa hanno bisogno, hanno solo due alternative: vivere, crescere, fiorire e fare frutti o, morire.
Sarà una coincidenza quindi che chi colleziona piante secche non ha animali o se li ha prima o dopo scappano?
Poi se vogliamo trovare scuse ne abbiamo tantissime a disposizione: era in calore”, “chissà che gli ha preso”, “aveva fame”, “e’ un animale deve vivere libero”, e così via… Stessa cosa per quanto riguarda le piante. Le persone incapaci di “prendersi cura” sono però bravissime a trovare scuse…
Sara’ sempre coincidenza che il soggetto di cui sopra non sopporta i bambini o i bambini difficilmente legano con lui/lei? Che se ha figli questi “preferiscono” l’altro genitore o i nonni? (Poi va beh, in tal caso ovviamente vengono chiamati in causa anche i geni paterni e materni che sono in grado di sopperire a qualsiasi o quasi mancanza.)
Idem dicasi sul posto di lavoro e con gli amici, perché ci sono persone che seppur lontane e con poche occasioni di contatto visivo, telefonico, via WhatsApp, messenger o piccione viaggiatore, rimangono in ottimi rapporti e si sentono anche dopo anni scoprendo inalterate le loro affinità e altre invece che non riescono a mantenere un’amicizia o un rapporto professionale finito il tempo in cui ci si vede, sente e/o si lavora insieme?
Perché per alcuni i rapporti personali di qualsiasi genere e tipo finiscono con la stessa velocità con cui un boing decolla? Siamo certi di volerla chiamare sempre e solo “sfiga”?
Quali persone ci rimangono veramente impresse nella mente? Di quali ricordiamo nome, cognome, indirizzo, giorno del compleanno e aneddoti anche dopo 30 anni? Quelle che non riescono nemmeno a ricordarsi di bagnare una pianta o quelle che hanno un giardino rigoglioso?
Facciamo un attimo 2 + 2… Se una persona non trova il tempo o la voglia di prendere un bicchiere e bagnare una pianta o non trova dieci minuti per coccolare il suo gatto, se le sue priorità vengono sempre prima di ogni altra cosa al punto tale da dimenticarsi che 10 minuti al giorno bastano per prendersi cura di qualcuno/qualcosa, come possiamo pensare che riesca a prendersi cura di un bambino che richiede piena attenzione assoluta per ore e ore o di un marito/moglie/compagno/amico/a/parente che sicuramente ha bisogno di uno sforzo maggiore dell’arrivare fino al lavandino per riempire un bicchiere?
Perché alla fine è questione di dieci minuti, dieci minuti al giorno di pura attenzione senza bisogno di mettere la sveglia sul cellulare o avere 37 post it attaccati al frigorifero, e’ il semplice ricordarsi in modo spontaneo o essere consapevoli che esiste altro al di là di noi stessi e delle nostre esigenze e che questo “altro” ha bisogno di noi, che sia una pianta, un animale o un essere umano e sono abbastanza convinta ormai che, le piante, gli animali e sicuramente gli esseri umani siano perfettamente in grado, ognuno a modo proprio, di sentire o riconoscere chi ha nel DNA la capacità di prendersi cura di loro.
Sara’ una questione di odore, di tatto, di magnetismo, di qualunque misteriosa o strana alchimia si tratti, viene percepita.
Alla fine quindi la realtà è questa, non è questione di immaturità, inesperienza o le tonnellate di scuse più o meno originali che sentiamo ogni volta che ci rendiamo conto (a volte tardivamente) che una persona non è in grado di prendersi cura di noi.
E’ DNA e contestare qualcosa che non è nel DNA non è possibile ma soprattutto non è salubre, il DNA non si cambia e non si può cambiare e può ingannarci all’inizio ma sulla lunga distanza e’ evidente.
Poi c’è a chi sta bene o chi riesce a rassegnarsi e a non pretenderlo perché probabilmente ha un DNA altrettanto privo del gene “cura degli altri”, di personaggi come Maria Teresa di Calcutta, San Francesco o Gandhi del resto ce ne sono stati pochi e il mondo è andato avanti lo stesso.
Nessuno del resto credo si aspetti tali eccellenze a riguardo ma se volete riconoscere chi è veramente in grado di prendersi cura di voi regalategli una piantina e aspettate che fiorisca… O che muoia.