Cammino e faccio scale!
Non sono mai stata una persona sportiva, non con costanza almeno.
A partire dalla tenera età di sei anni, ho tentato di dedicarmi con solerzia e talvolta anche con una certa abnegazione a un numero imprecisato di sport ma…
Al terzo anno di ginnastica artistica la mia istruttrice ha rischiato di spezzarsi il collo sulle parallele e siccome io al mio collo ci tenevo, quella sera tornata a casa ho riposto diligentemente il mio bel body rosso da saggio e tutte le buone intenzioni in un cassetto.
Alla quinta partita del campionato di pallavolo, giocando con una “notissima” squadra di paese e già sotto di parecchi punti, nel gesto eroico (malsano) di salvare la nostra dignità, in tuffo non sono comunque riuscita a prendere la palla ma in compenso mi sono disintegrata un polso.
Lo sci è un interessante sport invernale in cui mi cimento per 3/4 anni, ma se freddo e sveglia all’alba già sono ottimi deterrenti, due interventi alle ginocchia, decretano la fine delle mie prodezze sui campi innevati.
Il secondo anno di scuola di tennis, capisco che quella pallina gialla che rimbalza da un lato all’altro della rete, mi annoia tanto quanto le partite viste in tv e poi correre non è mai stato nel mio dna.
Aerobica (tanto di moda negli anni 90) e danza moderna mi conquistano i primi anni del liceo ma tornando da scuola alle 17 la voglia di saltellare per un’ora a stomaco vuoto è un prezzo decisamente troppo alto da pagare.
Adoravo i rollerblade e sono diventati per un po’ il mio sport primavera/estate ma niente, la mia rotula non ne ha voluto sapere e dopo le minacce del mio ortopedico anche loro attualmente popolano il sottoscala.
Credevo di aver trovato lo sport perfetto facendo yoga ma mi addormentavo regolarmente nella fase finale. (Va detto che farlo alle 21 di sera non aiuta per nulla…)
Tempo permettendo, ancora oggi lo faccio a casa con un app (“Yoga studio” se siete interessati), la mia schiena e il mio collo ringraziano.
Ho tenato anche al pilates un anno e mezzo fa ma, in questo caso, la colpa del mio abbandono e dovuta alla scarsità di fondi.
Non ho mai imparato a nuotare con la respirazione perchè mi è rimasta la fobia dell’acqua dopo un’epica avventura fra le onde, di cui ricordo poco apparte il bagnino che mi ha tirato fuori dall’acqua sperando che fossi ancora viva.
Nuoto, male ma nuoto, basta che qualunque essere umano mi stia ad almeno due metri di distanza e risorosamente con maschera e boccaglio.
Allo stato attuale, ho promesso ad almeno 3 colleghi e alla fidanzata del personal trainer che tiene i corsi nella palestra dell’ufficio che da settembre mi sarei fatta vedere, tutto dipende dalla quantità di lavoro e dalla loro costanza nel trascinarmi, contro la mia volontà, su per le scale per due volte a settimana, per il momento tengo duro, non ci sono ancora riusciti.
Detto fra noi, la mia scarsa attitudine e costanza verso le sport e dovuta al fatto che peso 53 kg per 1:70 di altezza, con un fisico piuttosto androgino e l’assenza di una motivazione “strutturale” mi impedisce di prendere seriamente in considerazione l’attività fisica.
Prima di tutto ho un metabolismo molto veloce e gran parte della mia fortuna va attribuita alla totale assenza di calma. Lo stress, si sa, fa bruciare più calorie della Stramilano.
Ad ogni modo, a livello muscolare, anche lo stress può far poco e l’unico vero e reale motivo per cui posso continuare a inghiottire “schifezze” e non mancare alla merenda delle 16 è che CAMMINO e FACCIO SCALE!
Non pensate sia una soluzione facile, io cammino veramente tanto e ogni giorno.
La mattina infatti, manco regolarmente il pulman sotto casa e faccio almeno 800 metri di cavalcavia in salita per raggiungere la fermata successiva.
La sera non provo nemmeno ad aspettare le magiche coincidenze dei mezzi pubblici e a meno che, non sia pieno inverno e tema di perdere le estremità per congelamento o piena estate con 45° percepiti, Runtastic alla mano sono altri 1,8 km.
Naturalmente nel weekend non mancano mai passeggiate, mostre, fiere, gite o quant’altro mi faccia macinare chilometri, stare ferma sul divano è un’attività a cui mi dedico la sera nei giorni feriali o se non sto bene, tendenzialmente leggendo perchè così perlomeno i neuroni un po’ di ginnastica la fanno.
Finchè le gambe tengono non vedo perchè non usarle, avrò tempo dopo i 65/70 anni per stare seduta a far la maglia.
Fare le scale è l’altra attività che svolgo con diligenza e costanza e dal mio punto di vista dovrebbe essere promossa a disciplina olimpica.
Nel mio caso non è un scelta consapevole ma obbligata perchè le scale mi “perseguitano” ovunque (ma almeno rassodano gambe e glutei), casa mia è su due piani e ho la marcata tendenza a dimenticare costantemente qualcosa o sopra o sotto pertanto, se in una giornata le faccio solo tre o quattro volte, è solo perchè mi arrendo e faccio a meno di ciò di cui in quel momento ho bisogno.
In ufficio, dopo sette cambi di postazione in due anni, sono approdata all’ultimo piano e per arrivarci sono ben 42 scalini ogni volta, se voglio fumare una sigaretta sono altri quindici per arrivare al terrazzino e naturalmente le sale riunione, l’amministrazione, la mensa e soprattutto il distributore di merendine, sono tutte a piano terra.
Non ho mai contato quante volte salgo e scendo in una giornata ma a guidicare dai miei polpacci direi che sono parecchie.
Tutti questi scalini comunque, per chi pensa che non servano a nulla, mi hanno permesso di inerpicarmi in mezzo alla falesia sopra Finalborgo fino a quasi 400 metri di altezza per un totale di quattro ore di cammino andata e ritorno e vi garantisco che il mattino dopo i dolori alla muscolatura non mi hanno nè impedito di alzarmi dal letto, nè di tuffarmi e nuotare nelle stranamente cristalline acque liguri.
Non voglio comunque dare false speranze a nessuno, per onestà va detto che non sono una persona che mangia come un fagocero e odio stare a tavola più dello stretto necessario. Non sono però nemmeno una donna costantemente a dieta, non amo particolarmente la frutta e la verdura ma faccio in modo che sia presente almeno una volta al giorno nei miei pasti, poco importa se il simpatico “nonnino” della mensa ormai sa che al giovedì deve assolutamente tenermi via le polpette se alle 13 non sono già in coda col mio bel vassoio.
Abbinate alle patate al forno sono il motivo per cui il giovedì non prenderò mai ferie e del resto, le patate sono pur sempre verdura…
Biscotti, dolcetti, brioches, torte fatte a casa e portate regolarmente dai colleghi sono una “pessima” abitudine ormai consolidata a cui non si può dire di no, di fronte a fogli excel e decine di mail dei clienti bisogna pur consolarsi no?
In sintesi, non riuscirò mai a andare oltre il primo piatto ai matrimoni (serve lo spazio per la torta) ma non curo la mia alimentazione.
Non sono sportiva ma cammino e faccio scale e questo garantisco che se non risolve, comunque aiuta molto.
Molto interessante, complimenti!
Come te, anche io faccio le scale e cammino: le scale le faccio di frequente, tranne quando ritorno dal lavoro; frequentemente mi capita di farle in ufficio; per quanto riguarda il camminare, cammino per andare al lavoro (all’andata faccio 2.1 km per andare in stazione), ma spesso anche nell’ambiente lavorativo. Inoltre, almeno fino a quando le giornate conserveranno uno.Ciao, buonanotte!